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Smerillo, “Perdersi” al Festival Le Parole della Montagna

Smerillo, “Perdersi” al Festival Le Parole della Montagna
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Da mercoledì 13 a domenica 17 luglio, Smerillo sarà al centro della scena culturale con il Festival Le Parole della Montagna.

Nel più piccolo borgo della provincia di Fermo, dove regnano i silenzi e dove tutto è ricondotto all’essenziale, un gruppo di amici, mosso solamente dall’amore per la cultura e ispirati dal desiderio di condividere un pensiero, ha concepito un cartellone particolarmente ricco e diverso dai soliti cliché.

L’armonia dei panorami, il contatto diretto con la natura e l’accoglienza discreta della gente saranno l’ambientazione del Festival, giunto alla 13a edizione, che lascerà risuonare le parole semplici ed essenziali della montagna.

Il tema di quest’anno è Perdersi, il Festival prova a fare il punto sulla situazione odierna, dalla pandemia alla guerra, dalla carenza di punti di riferimento alla fatica a orientarsi nella quotidianità, per cercare delle coordinate attraverso un dibattito culturale di elevata qualità.

Dopo l’esperienza positiva della scorsa edizione, sono stati ancora coinvolti i comuni di Monteleone di Fermo e Montefalcone Appennino, rispettivamente negli ultimi due weekend trascorsi, condividendo una serie di eventi, oltre gli ideali, il silenzio e la bellezza dei piccoli borghi.

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Mercoledì 13 luglio a Smerillo si inizierà con il Vernissage della mostra di Ettore Frani, a cura di Cecilia Casadei e Paola Feraiorni. Seguirà poi l’incontro con Enrico Galiano su La scuola italiana fa schifo?, per finire  con la Cena sotto le stelle.

Giovedì 14, ore 21.30, arriverà a Smerillo lo scalatore Alex Txikon.

Venerdì 15 alle 17 Piero Chinellato dialogherà con il giornalista e scrittore Massimo Calvi, autore di L’uomo che guardava la montagna. Alle 17.30 Ida Matrone, Achille Ascari e Renato Pocaterra racconteranno storie coraggiose In cerca della Via. A seguire la presentazione della mostra Faccio dieci passi e poi mi fermo allestita presso il museo MACS di Smerillo, un racconto fotografico di Gianmaria Pennesi a cura di Dianova, Montefiore dell’Aso. Alle 19 confronto tra il musicista e filosofo Massimo Donà con il poeta e scrittore Davide Rondoni sui poeti maledetti e musicisti rock che si sono “persi” ma che ci hanno consegnato grandi capolavori. Alle 22 Senza meta, incontro con il giornalista Rai Domenico Iannacone.

Sabato 16 mattinata dedicata a camminate, yoga, orienteering, comicità e poesia. Poi alle 16.45 Stefano Zamagni in dialogo con Luigi Maffezzoli su Perdersi nel labirinto della storia. Alle 18 Tenerissimo Amore, Massimiliano Bardotti presenterà Filippo Davoli e la sua poesia. Alle 19 Perdersi per ritrovarsi, il più grande esperto di mistica Marco Vannini ne discuterà con Massimo Calvi e altri protagonisti del Festival. Chiusura della serata, alle 22, con lo spettacolo di Riccardo Rossi “Così Rossi che più Rossi non si può”.

Domenica 17, alle 9, Istruzioni per perdersi – Il gioco della deriva con Paolo Clemente. Alle 17.30, con Maurizio Serafini, Per fortuna ci siamo persi, l’arte del viaggio imprevedibile. Alle 18.30, lezione-spettacolo su Teseo, Arianna e il perdersi di e con Cesare Catà. Ultimo evento del Festival, alle 21, con fotografie, racconti, film, musiche, suoni di e con Monika Bulaj, reporter e documentarista attenta a minoranze etniche e religiose, popoli nomadi, migranti, intoccabili, diseredati.

Tutti gli eventi sono gratuiti. Il programma completo è visitabile sul sito www.leparoledellamontagna.it.

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Nei giorni scorsi, il programma è stato illustrato a Palazzo Raffaello della Regione Marche nel corso di una conferenza stampa l’assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini, i sindaci Antonio Vallesi (Smerillo) e Marco Fabiani (Monteleone di Fermo), la direttrice artistica del Festival Simonetta Paradisi.

“Prosegue un percorso importante – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Giorgia Latini –. Smerillo con il suo Festival è stato un borgo precursore nella sfida di organizzare eventi in luoghi non facilmente raggiungibili. Una sfida vinta che oggi vede anche il coinvolgimento di altri borghi vicini in una rete culturale che vuole far conoscere le radici di questi luoghi e l’identità di queste comunità. Lo stesso obiettivo che si è prefissa la Regione Marche con la legge per la valorizzazione dei borghi e il Festival Marchestorie. Insieme a tutta la giunta guidata dal presidente Acquaroli stiamo concentrando azioni e risorse su questo tema perché crediamo fortemente nel rilancio del nostro splendido entroterra, scrigno prezioso di arte, storia, cultura e tradizione incastonato in  uno scenario naturale unico”.

“Il Festival è diventato il fiore all’occhiello del nostro Comune – ha detto il sindaco Antonio Vallesi –. Abbiamo trasformato la criticità dell’essere piccoli in punto di forza, siamo convinti che il valore aggiunto del Festival sia proprio quel nulla che Smerillo offre. Da oramai 13 anni, Smerillo accoglie un turismo culturale, con ospiti provenienti da tutta Italia, un simbolo di crescita molto importante dopo gli anni di Covid e la guerra che incombe sull’Europa”.

“Il momento storico che stiamo vivendo ci ha portato a indagare la parola Perdersi – ha spiegato Simonetta Paradisi, direttrice artistica del Festival –. Non ci vuole molto a perdersi, più complesso è ritrovare la via. O magari perdersi è la condizione necessaria per ritrovarsi, in termini filosofici. Come in un labirinto proveremo a cercare una uscita, attraverso le riflessioni dei tanti ospiti illustri. La manifestazione è resa possibile anche grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, che ha deliberato un impegno economico di 5.000 euro per affrontare le spese di realizzazione dell’evento”.

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