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Civitanova Marche, il Giorno del Ricordo con gli studenti

Civitanova Marche, il Giorno del Ricordo con gli studenti
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A Civitanova Marche la commemorazione del Giorno del Ricordo si è svolta questa mattina, iniziando con la deposizione della corona d’alloro presso il monumento Martiri delle Foibe, in Piazza Abba.

Poi, il sindaco Fabrizio Ciarapica, il Presidente del Consiglio Comunale Claudio Morresi e altri componenti la Giunta si sono riuniti in seduta aperta con gli studenti all’Auditorium degli Istituti Superiori ‘Leonardo Da Vinci’.

Dal 2005 in Italia, si celebra per legge ogni 10 febbraio il ‘Giorno del Ricordo’, in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati. Quest’anno l’Amministrazione comunale ha voluto ancora commemorare le vittime di tanto orrore incontrando le scuole, avvalendosi per il manifesto ufficiale del disegno di Valentina Tentoni, ex studentessa dell’Istituto Bonifazi che ora frequenta l’Accademia di Belli Arti a Macerata.

“Grande partecipazione commossa da parte degli studenti sul tema delle Foibe. I ragazzi – ha dichiarato Claudio Morresi, Presidente del Consiglio – accompagnati in un percorso di approfondimento e di studio, dai loro insegnanti, hanno realizzato lavori bellissimi avvalendosi delle nuove tecnologie. Video e canzoni composti dai ragazzi per ricordare un periodo drammatico della storia italiana ancora poco conosciuta. Più che mai su questa tragedia che ha coinvolto italiani colpevoli di essere nati in una terra di confine su cui gravavano interessi di più nazioni limitrofe, è opportuno il coinvolgimento degli studenti, affinché la storia sia finalmente conosciuta, ma soprattutto non dimenticata”.

Morresi ha poi letto alcuni brani dell’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “che ieri – ha continuato Morresi – dal Quirinale ha fatto passare un messaggio molto chiaro ed inequivocabile: una violenza contro italiani che non avevano colpe. Significa rivivere una grande tragedia italiana. Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente. Non si trattò – dice Mattarella nel suo intervento – come qualche storico negazionista o riduzionista ha voluto insinuare di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni. Tanti innocenti, colpevoli solo di essere italiani”.

Il presidente Morresi, inoltre, ha lanciato l’iniziativa di portare in gita informativa le scolaresche a Trieste e a Pola, come aveva fatto per il ‘Giorno della Memoria’. La visita avrà come guida Lucio Sotte, civitanovese e figlio di esuli.

La corona al monumento Martiri delle Foibe. Sopra, l’Auditorium IS “Leonardo Da Vinci”

Al sindaco di Civitanova Marche è anche giunto un video messaggio di Vittorio Sgarbi, proiettato nell’Auditorium, nel quale ha parlato “di violenza che uomini fanno ad altri uomini, si può discutere anche animatamente, ma non si può accettare una cecità tanto improvvisa quanto feroce come quella che Tito perpetrò contro gli italiani e nel fare del male in un modo così crudele. Italiani uccisi solo perché italiani. La stessa crudeltà che fu attuata con lo sterminio degli ebrei solo perché ebrei. Qui contro italiani solo perché di nazioni vicine diverse. La tortura e la violenza era di non farli morire, come in tante guerre, con delle condanne a morte, o con delle fucilate, ma di far morire i vivi con i morti. In questo caso i comunisti hanno commesso orrori e hanno occupato terre bellissime che erano italiane e ora non sono più nostre”.

“Troppo silenzio colpevole, perpetrato per più di 60 anni, dagli storici, dalle istituzioni e dai capi di governo su questo tema – ha affermato il sindaco Fabrizio Ciarapica -. Le uccisioni silenziose di italiani, nel periodo tra il 1943 e il 1947, furono almeno 20mila e gli esuli costretti a lasciare le loro case furono almeno 300mila. Con Il Giorno del Ricordo abbiamo l’imperativo categorico di far conoscere una tragedia troppo triste della storia contemporanea, perché negata. La partecipazione delle scuole rappresenta un punto di partenza per una giusta informazione che speriamo si diffonda sempre di più, per non commettere errori nel futuro. Quindi, lo studio e l’approfondimento è l’unica arma di prevenzione che abbiamo”.

L’assessore Barbara Capponi, riferendosi alle vittime ha detto: “Uomini e donne uccise due volte per il silenzio colpevole che è durato per 60 anni”. Poi ha continuato: “mi chiedo quanto valga la vita di un essere umano, quanto sia grande la tentazione insita negli uomini di fare del male ad altri uomini. La vita di Anna Frank valeva quanto quella di Norma Cosetto. La vita e il valore di una persona è uguale. Non ci sono persone di serie A o di serie B. Ricordare è il modo migliore per far rivivere tante vittime uccise o scappate da quelle terre sfortunate”.

L’assessore Maika Gabellieri ha ricordato “che è un dovere delle istituzioni fare informazione e ricordare ciò che è accaduto in passato, perché quella delle Foibe è una grande vergogna, su cui da pochissimi anni si è accesa l’attenzione”. Poi rivolgendosi ai ragazzi ha continuato: “Voi avete bisogno di conoscere la verità e il diritto di conoscerla fino in fondo. E’ una scelta disumana quella di scegliere per la vita di un altro, perché qualcuno, in questo caso i comunisti, ha deciso di essere cattivo e di decidere sulla vita degli altri. Questo spazio, questa manifestazione vuole e deve essere una crescita per il vostro futuro”.

La testimonianza di Lucio Sotte, la cui famiglia fu esule da Pola, ha ripercorso la storia con oggettività dando la colpa di tanto silenzio alla politica e agli interessi internazionali “ci sono colpe non solo di sinistra ma anche di destra, perché di mezzo c’era anche l’interesse degli Stati Uniti. Il dittatore comunista Tito in prima battuta era con l’URSS comunista, poi fu a favore di tutti i dissidenti dell’Unione Sovietica ed in questo momento successivo ottenne la complicità dell’America, che ebbe una grande parte nel non far conoscere questa parte di storia drammatica per l’Italia”.

“La malinconia – ha concluso Sotte – e il dolore sono stati i tratti che hanno accompagnato i miei genitori per tutta la vita. Esuli, dovettero vivere altrove e lasciare di colpo tutto ciò che avevano, ma mai provarono risentimento per ciò che avevano dovuto sopportare”.

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