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Civitanova Marche, Consiglio Comunale per il Giorno del Ricordo

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La deposizione della corona d’alloro al monumento dei Martiri delle Foibe, in Piazza Abba, ha aperto la cerimonia istituzionale per il Giorno del Ricordo del Comune di Civitanova Marche.

La commemorazione è proseguita in Consiglio Comunale, con seduta aperta nell’Auditorium degli Istituti Superiori “Leonardo da Vinci” insieme a studenti, insegnati, autorità civili e militari. Ospite Paolo Hinna, anconetano, figlio di un’esule che ha letto brani dal diario della mamma, in cui si racconta il dramma vissuto nell’abbandonare forzatamente la propria terra e i propri cari uccisi barbaramente nelle foibe.

Lorenzo Verdecchia, 5°A dell’Istituto Superiore “Bonifazi” e ideatore del manifesto celebrativo, è intervenuto spiegando le ragioni delle scelte grafiche, definendo la foiba come triangolo nero capovolto assimilandolo al Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Leopardi e l’Inferno di Dante. “Mi piacerebbe – ha detto Verdecchia – cancellare quel nero con il bianco e cancellare quel buio dall’iniquità e costruire un futuro d’amore e di fraternità’.

Il giorno del Ricordo, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, contribuisce a far rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi”. Parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lette in aula dal Presidente del Consiglio Comunale Claudio Morresi. “L’indifferenza è l’atteggiamento peggiore che si possa usare nei confronti di fatti gravissimi perpretati ai danni di nostri concittadini e negati per troppi anni”, ha aggiunto Morresi.

Per l’Assessore ai Servizi socio-educativi, Barbara Capponi ciò che ha fatto la differenza fra questa tragedia, quella delle Foibe e le altre, non può essere semplicemente nel numero delle vittime: “Si può giustificare una diversità di trattamento solo per questo? Ci sono tragedia di serie A e di serie B? Siamo qui per ricordare ma questo serve a poco, dobbiamo ricercare il perché certe cose accaddero. Voi giovani studenti avete le potenzialità per farlo e avete il dovere di andare a ricercare la verità”.

“E’ importante questo luogo di incontro e di confronto su questo argomento – ha dichiarato Maika Gabellieri, Assessore alla Cultura e alla Crescita Culturale –. La missione principale della scuola è che vi possano essere forniti gli strumenti per crearvi un metodo critico e formarvi un vostro pensiero. Alla base c’è lo studio e l’informazione. Non c’è un’unica verità, è vostro compito investigare e cercare di capire e conoscere i fatti”.

“Le motivazioni per cui questa parte di storia era stata negata sono molte e complicate e comprendono anche responsabilità di grandi capi di governo, forze contrapposte politicamente che per tanti anni non avevano l’interesse di far sapere –ha dichiarato nel suo intervento il Sindaco Fabrizio Ciarapica –. Ci furono italiani massacrati e dimenticati in queste grandi fosse naturali, le foibe. Almeno 20mila morti, e circa 300mila persone costrette in un brevissimo periodo a lasciare tutto per mettersi in salvo e sparpagliarsi, esuli, sul territorio italiano e nel mondo, senza nulla da portarsi dietro, se non un ricordo triste degli affetti lasciati e delle proprie case abbandonate in fretta”.

“Anche qui – ha continuato il Sindaco – la furia di un regime dittatoriale, come per gli ebrei, si abbatté contro i nostri fratelli italiani. I racconti dei testimoni, come quello lasciato al nostro ospite, ci aiutano quindi a non dimenticare quanto l’uomo in nome di un’ideologia totalitaria è capace di fare e ad evitare che tutto ciò possa accadere di nuovo. Uomini e donne costretti a morire lentamente accanto a dei cadaveri. Non ci sono scuse per ciò che avvenne nei campi di concentramento tedeschi ai danni degli ebrei, non ci sono scuse per ciò che avvenne nelle foibe ai danni di italiani”.

“La libertà e la democrazia – ha chiuso Ciarapica riferendosi agli studenti –devono essere concetti ben chiari in ognuno di noi, in ognuno di voi. Lottate sempre per questi principi”.

Dopo la lettura toccante e commossa di brani del diario della mamma di Paolo Hinna invitato dall’Amministrazione per l’occasione, figlio di un’esule, si sono susseguite le letture dei ragazzi degli istituti accompagnate da immagini drammatiche di repertorio.

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