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San Severino Marche, Luca Violini porta “Odisseo” a Elcito

San Severino Marche, Luca Violini porta “Odisseo” a Elcito
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Sabato 28 luglio alle 21.30, nella magica e surreale cornice di Elcito, uno tra i dieci borghi medioevali più belli d’Italia, Luca Violini proporrà in anteprima nazionale lo spettacolo di RadioTeatro “Odisseo. O tu fra i mortali il più sfortunato” (che sarà anche l’ultimo appuntamento estivo nelle Marche dell’artista). La regia è dello stesso Luca Violini, le musiche originali di Gabriele Esposto e il disegno del suono di Riccardo Favi.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione Pro Loco Elcito ed ha il patrocinio del Comune di San Severino Marche. Per chi vuole arrivare prima e godersi il borgo e i suoi suggestivi angoli, c’è la possibilità di mangiare nel punto di ristoro (per prenotarsi tel. 320.5623974, Federica Maurizi).

Luca Violini

Lo spettacolo, il cui testo ha avuto la consulenza letteraria di Alessandro Logli, porta in scena la storia di Ulisse, figura centrale nella cultura occidentale ed evoca il tema del “Nostos”, vale a dire del viaggio di ritorno verso casa come forma emblematica per ogni ricerca possibile e per ogni avventura dello spirito. Tramite un doppio registro che alterna il testo omerico con un monologo interiore di Ulisse – le storie vissute in prima persona, i suoi pensieri e le sue emozioni – lo spettacolo racconta il ritorno ad Itaca dal punto di vista del suo protagonista, che mette in luce il suo lato più umano e profondo. Ulisse è l’eroe della guerra di Troia. Colui che ha escogitato lo stratagemma del cavallo che ha portato gli Achei alla vittoria. Colui che ha sentito il canto delle Sirene senza impazzire e che ha vinto con l’astuzia il ciclope Polifemo.

Ma, a conti fatti, Ulisse è un uomo. Forse spinto dalla curiosità e dall’inguaribile brama di avventure, ma comunque un uomo che desidera solo tornare a casa. Per quasi vent’anni Ulisse sogna la sua Itaca e la sua Penelope per poi ritrovarsi di fronte innumerevoli peripezie che non gli consentono di tornare. Itaca diventa dunque non solo il luogo in cui ha lasciato gli affetti e gli amori, amplificati dal ricordo e della nostalgia. Ma un vero e proprio stato mentale e spirituale, una meta agognata in cui sembra impossibile fare realmente ritorno.

Invece, alla fine, Ulisse torna. Però si accorge che sono passati vent’anni e che Itaca non è più la stessa.

Ne viene fuori il ritratto di un Ulisse pieno di dubbi e di incertezze. Costretto a tornare nel suo regno nelle vesti non di eroe ma di mendicante. Costretto, in un primo momento, a non essere riconosciuto dai suoi cari: dal suo porcaro Eumeo, dal figlio Telemaco. E perfino da Penelope. Un eroe di cui i poeti cantano le lodi appare provato tanto dal viaggio quanto da un ritorno più complicato del previsto. E allora Ulisse apre il suo cuore al pubblico, sperando di essere capito.

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