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San Severino Marche, festa per Fabrizio Castori e la sua carriera

San Severino Marche, festa per Fabrizio Castori e la sua carriera
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La Città di San Severino Marche ha voluto salutare i successi di Fabrizio Castori, allenatore di calcio che ha riportato in serie A la Salernitana.

Settempedano di origine, nato l’11 luglio 1954, Castori ha iniziato a tirare i primi calci al pallone con i compagni dell’oratorio San Paolo.

Poi l’esordio nella formazione locale della Settempeda, breve carriera da giocatore ma lunghissima da allenatore, scalando tutti i campionati dalla terza categoria fino alla massima serie.

“Mi manca solo una promozione in seconda categoria”, ha detto mister Castori sul palco del Teatro Feronia che ha ospitato la cerimonia per la consegna di una targa.

Il primo cittadino di San Severino Marche Rosa Piermattei e l’Amministrazione comunale, a nome dell’intera comunità locale, hanno voluto così celebrare “i tanti traguardi raggiunti e quelli che verranno”.

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Considerato l’erede di Carlo Mazzone, cosa che lo fa ancora emozionare, Castori ha collezionato centinaia di gare in panchina (solo in serie B sono quasi 500)  iniziando la sua carriera alla guida della Belfortese per poi passare al San Vicino, all’Urbisaglia, al Tolentino, al Camerino, alla Grottese, alla Monturanese e, ancora, di nuovo al Tolentino, dove rimase per sei stagioni.

Poi il calcio diventa lavoro vero, la svolta con il Lanciano prima di altri passaggi storici al Castel di Sangro, al Cesena, alla Salernitana, al Piacenza, all’Ascoli, al Varese, alla Reggina e al Carpi, con la conquista della serie A. Ancora ritorno al Cesena e di nuovo al Carpi, quindi al Trapani e infine alla Salernitana con la storia più recente di un allenatore che non ha mai smesso di stupire.

“Fisico da guerriero e cuore da leone”, ha detto di lui sul palco il sindaco Rosa Piermattei, sottolineandone le caratteristiche umane, ancor prima che professionali, con quel suo “esserci sempre per il paese che gli ha dato i natali e dove è sempre tornato soprattutto quando la nostra comunità ha vissuto momenti di difficoltà, come in occasione del terremoto. Siamo orgogliosi di te come lo è la tua famiglia. Con tanta tenacia, tanta caparbietà, con tantissimi sacrifici, sei riuscito a raggiungere tanti traguardi cercando di non tralasciare nulla”.

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Alla festa di San Severino Marche per mister Castori si sono uniti anche molti amici di sempre, tra cui l’industriale Lino Rossi di Sefro che ha raccontato uno dei tanti aneddoti sulla vita di Fabrizio: “Quando un presidente di una nota società mi chiese cosa ne pensassi di lui, ho subito risposto è un marchigiano, la genetica è a posto”.

L’assessore comunale allo Sport Paolo Paoloni, compagno di squadra e amico, ha parlato “di una persona che è un esempio perché sa dare un valore aggiunto in un mondo veramente difficile come quello del calcio, anche a tantissimi giovani che dovrebbero continuare a prendere spunto da lui pure nella vita di tutti i giorni”.

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A Castori è stata consegnata anche una seconda targa ricordo dalla Società Sportiva Settempeda e dalla Polisportiva Serralta rappresentate dal presidente Marco Crescenzi.

“Mi emoziona ricevere tante attenzioni”, ha detto Castori ringraziando anche sua moglie Paola che, ha ricordato il mister, “sposò l’idea di farmi lasciare il lavoro a Tolentino per andare ad allenare il Lanciano avviandomi così a una carriera che mi ha dato molto”.

“Ho seguito la mia passione e sono andato dietro le mie forti motivazioni – ha proseguito Fabrizio Castori –. Ho studiato il calcio e continuo a studiarlo convinto che si possa sempre migliorare, perché non ci si può mai sentire arrivati. Sono spietato con me stesso, ho Arrigo Sacchi come modello e a sessant’anni mi sono fatto un regalo portando il Carpi in A. La nuova sfida? Bella tosta, con la Salernitana mi sono rimesso in gioco”.

La vittoria più grande, però, Fabrizio l’ha voluta dedicare a una squadra speciale, quella della comunità di San Patrignano cui ha dato vita assieme a Marcello Chianese. Usò il calcio come terapia di recupero, la stessa terapia che oggi usa per i suoi giovani.

Non voglio insegnare nulla – ha concluso l’uomo Fabrizio Castori che tutti conoscono e amano –, ho detto no all’università che me lo ha chiesto. Voglio solo continuare a raccontare me stesso”.

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