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Guardia di Finanza, custodia cautelare per Cerolini

Guardia di Finanza, custodia cautelare per Cerolini
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La Guardia di Finanza di Macerata e Civitanova Marche ha eseguito nella mattinata di giovedì due misure cautelari a carico dell’imprenditore Giuseppe Cerolini e di un suo collaboratore, Giovanni Aldo Mellino. Le ordinanze sono state emesse dal GIP del Tribunale di Macerata su richiesta della Procura della Repubblica.

E’ una svolta delle indagini da tempo condotte dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Macerata Enrico Riccioni, sotto la direzione del Procuratore Capo Giovanni Giorgio, e dagli uomini della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Macerata e della Compagnia di Civitanova Marche, per una maxi frode fiscale.

Nei mesi scorsi erano stati eseguiti altri provvedimenti che hanno portato al sequestro per equivalente di beni mobili e immobili per circa 22 milioni di euro nei confronti di dieci indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale (tra cui un noto bar del centro di Macerata, distributori stradali, quote societarie, locali commerciali e disponibilità bancarie).

L’esigenza cautelare è stata ritenuta necessaria per il concreto e attuale pericolo di reiterazione dei reati, in considerazione della personalità dei cautelati, della pluralità di violazioni poste in essere ininterrottamente e in modo frenetico da almeno cinque anni, dell’estrema lucidità con cui hanno pianificato, organizzato e portato a termine sistematiche frodi all’Erario, procurandosi cospicui profitti illeciti.

Il Comandante Provinciale Amedeo Gravina e il Comandante della Tributaria Andrea Magliozzi
Il Comandante Provinciale Amedeo Gravina e il Comandante della Tributaria Andrea Magliozzi

L’inchiesta è partita alcuni anni fa con l’esecuzione di una verifica fiscale nei confronti di una società operante nel commercio all’ingrosso di calzature e accessori, con al centro degli affari illeciti l’imprenditore civitanovese Giuseppe Cerolini, risultato il dominus assoluto di tutta l’organizzazione, cioè colui che ha progettato, organizzato, coordinato ed eseguito, anche per il tramite dei suoi più stretti sodali, ogni operazione illecita. E’ a lui che sono risultate far capo, direttamente o indirettamente attraverso “prestanome”, tutte le società coinvolte nelle frodi fiscali.

Le investigazioni di polizia giudiziaria, allargatesi sino ad interessare l’intero “Gruppo Cerolini”, basate anche sull’esecuzione di intercettazioni telefoniche, hanno permesso di disvelare il sistema di frode utilizzato e di delineare compiutamente il quadro complessivo delle responsabilità di ciascun compartecipe al sodalizio criminale, risultato operante sia in ambito nazionale che internazionale.

Determinante, ai fini della ricostruzione del sistema di frode utilizzato, si è rivelata la particolare attenzione rivolta dai finanzieri ai metodi di pagamento utilizzati. Si è accertato, infatti, che il tipico flusso finanziario, di norma necessario per regolarizzare le posizioni debitorie derivanti dalla ricezione di fatture di acquisto, veniva di fatto annullato attraverso cessioni “pro-soluto” di crediti precostituiti con fatture false.

In effetti, attraverso il massiccio ricorso all’emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, venivano costituiti falsi crediti, che venivano poi utilizzati sia per ottenere dei rimborsi sia per effettuare illegittime compensazioni con debiti di imposta, permettendo di ottenere illeciti risparmi fiscali di rilevante entità.

Giuseppe Cerolini
Giuseppe Cerolini

Complessivamente, è stata accertata un’evasione di oltre 131 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi e di oltre 48 milioni di euro ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Deferiti all’Autorità Giudiziaria 15 persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale.

I sequestri operati nei mesi precedenti hanno riguardato, nel dettaglio, 21 quote societarie, 9 società di capitali e 1 ditta individuale (con le relative unità locali operative in diversi settori: 5 distributori stradali, 6 ristoranti, 5 bar, 1 negozio di calzature, 1 macelleria, 1 pizzeria, 1 centro estetico), 11 beni immobili (8 fabbricati e 3 terreni), 20 autovetture, 3 motoveicoli e disponibilità finanziarie sui conti correnti degli indagati.

Giuseppe Cerolini, 49 anni e presidente anche della Civitanovese calcio, e Giovanni Aldo Mellino, 66 anni, sono entrambi residenti a Civitanova Marche.

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