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Bonifica del Chienti, commissione parlamentare a Civitanova

Bonifica del Chienti, commissione parlamentare a Civitanova
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Si chiude con l’impegno da parte della Regione Marche di avviare un nuovo accordo di programma sul “Basso bacino del fiume Chienti” sulla base dei nuovi dati di perimetrazione che l’Arpa sta raccogliendo, il convegno che stamattina ha visto la Commissione parlamentare di inchiesta fornire una relazione su quanto emerso in questo anno di indagini (avviate l’11 giugno 2015 ndr) sul sito di interesse regionale che coinvolge i comuni di Civitanova, Morrovalle, Montecosaro, Sant’Elpidio a Mare e Porto sant’Elpidio).

La seduta, presieduta dall’ onorevole Renata Polverini, ha visto la presenza di numerose autorità, oltre al sindaco Tommaso Claudio Corvatta e l’assessore all’Ambiente Cristiana Cecchetti c’erano tra gli altri il senatore Mario Morgoni, componente della Commissione, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari e quello della provincia di Fermo Aronne Perugini, il direttore Arpa Marche Gianni Corvatta, consiglieri comunali, associazioni ambientaliste e una folta rappresentanza di autorità militari.

Il territorio da decenni attende interventi di bonifica a seguito dello sversamento da parte di alcune aziende di sostanze inquinanti (prevalentemente composti organo clorurati) su un’area originariamente di 26 chilometri quadrati dove sono presenti numerose aree aziendali e agricole-residenziali. La Commissione d’indagine, a conclusione della relazione, dopo aver individuato la Provincia di Macerata quale responsabile della mancata attuazione dell’accordo di programma, ha sottolineato che “In mancanza di un nuovo accordo di programma, poiché non sono stati individuati i responsabili dell’inquinamento, gli interventi di bonifica del sito di interesse regionale (SIR) “Basso Bacino del Fiume Chienti” debbono essere realizzati d’ufficio dai comuni, ove questi non provvedano, dalla regione Marche, ai sensi dell’articolo 250 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

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L’appello a tramutare le indicazioni ricevute dagli addetti ai lavori in fatti concreti è arrivato sin da subito, in apertura dell’incontro, dal sindaco Corvatta che ha ringraziato i deputati impegnati nel lavoro d’indagine, invitando però gli amministratori locali presenti a trovare un punto in comune per alzare il disco verde sull’atteso intervento di bonifica. A fornire una sintesi delle 657 pagine di relazione svolta è stato il senatore Mario Morgoni in sostituzione dell’on. Alessandro Bratti. Morgoni ha sottolineato che la derubricazione del sito da interesse nazionale a interesse regionale, avvenuta nel 2013, non è una nota positiva in questa vicenda e le ricadute sul territorio del mancato risanamento restano gravi. Rispetto agli anni ’90 l’inquinamento è sceso perché molte aziende hanno ammodernato i macchinari per il ciclo dei rifiuti pericolosi e anche la Natura ha fatto il suo corso per il ripristino dello status quo. “Ora abbiamo una nuova occasione di riscatto – ha detto – e il territorio merita di essere valorizzato; ad esso va restituita integrità con una soluzione felice di tutta storia, come è avvenuto in altre regioni italiane. Non è più possibile per l’economia crescere a discapito dell’ambiente”.

L’assessore Sciapichetti non ha nascosto l’errore fatto dalla Regione riguardante il mancato ricorso al provvedimento di declassamento, ma ha invitato tutti a non creare allarmismi e a non arrendersi. “L’Arpam ha avuto mandato di fornirci la nuova perimetrazione entro ottobre 2016, che probabilmente non comprenderà più il territorio fermano già sanato, e poi potremo capire la spesa possibile. Appena avremo questi dati convocheremo un tavolo con i soggetti interessati e potremo iniziare a mettere mano alla situazione in maniera concreta”.

Il presidente uscente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari ha ripercorso l’iter provinciale che ha visto alternarsi sei presidenti e decine di tecnici. “Abbiamo faldoni di documenti – ha detto – che dimostrano l’azione costante della provincia e il tentativo malriuscito di coordinarsi con altri enti e non certo l’inerzia di cui è stata di recente accusata”.

Gianni Niccolò direttore Confindustria Macerata ha sottolineato come le aziende abbiano promosso una logica di intervento unitario, ma non sempre si sia riusciti a dialogare in maniera corretta e sistematica tra enti e privati. Molte aziende hanno spontaneamente investito sugli impianti di depurazione a prescindere dalle vicende giudiziarie.

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Sul fronte del rischio sanitario si sono soffermati in sede di dibattito Amedeo Regini di Citt@Verde e Gianfranco Borgani di Legambiente, lamentando un lacunoso rapporto di dati epidemiologici legati all’inquinamento che da 40 anni è entrato nel ciclo alimentare dei residenti. Concetto ribadito nel suo intervento dall’assessore Cecchetti: “La nostra preoccupazione è dove trovare i fondi per attuare il progetto di risanamento e chi sarà il soggetto promotore dell’accordo. Diversi studi e pubblicazioni documentano l’aumentata mortalità di chi vive in queste zone, dati su cui già si era espresso il Ministero della salute che registrava un eccesso di malattie dell’apparato genitourinario e sistema circolatorio. Mi auguro che la Commissione possa esporre al Governo la situazione del nostro territorio affinché non venga abbandonato dallo Stato e si dia una risposta alla popolazione che da troppo attende”.

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