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Famiglia e droga, a Macerata incontro con Antonio Polito

Famiglia e droga, a Macerata incontro con Antonio Polito
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Famiglia e droga: educare e prevenire, è stato il tema dell’incontro che si è svolto al Teatro Don Bosco di Macerata, cui hanno partecipato il vicedirettore del Corriere della Sera Antonio Polito e Giorgio Torresetti docente aggregato di Filosofia del diritto all’Università di Macerata. L’iniziativa è stata promossa dal Circolo del Villaggio, associazione culturale che promuove discussioni e approfondimenti, attiva in collaborazioni con diverse realtà sociali come Pars e Acudipa nei servizi per minori e adulti in difficoltà, come la fondazione San Riccardo Pampuri e l’associazione Ut Re Mi onlus nella formazione di giovani e in corsi di musica e arte.

L’incontro è iniziato con un momento di silenzio in ricordo di Pamela Mastropietro e proprio i problemi dietro i fatti accaduti a Macerata negli ultimi tempi hanno guidato la serata.

“Non siamo d’accordo con chi diffonde sfiducia e rassegnazione. Vogliamo ringraziare tutti coloro che ogni giorno s’impegnano nella lotta contro la droga; chiunque opera per dare forza a questa battaglia, per dare ideali e coraggio al nostro popolo, ha tutta la nostra stima e gratitudine”, ha spiegato Torresetti, “ci sembra un grave errore evitare di porre attenzione alla vera questione di fondo emersa in questa vicenda: il problema della droga, che è al centro di tanti drammi, soprattutto tra i giovani, e che unisce molti immigrati e italiani nel grande mercato dello spaccio e del consumo di droghe. Su questo c’è silenzio o quasi. Unica eccezione tra le personalità di rilievo: il vescovo di Macerata che fin dall’inizio ha posto l’accento su questo problema. Lo spaccio di droga oggi è spesso nelle mani di stranieri, ma dietro ci sono mafie italiane. Spesso dietro molti fatti di cronaca c’è la presenza inquietante delle sostanze stupefacenti. La droga appare sempre più anche come causa di tutta una serie di comportamenti devianti, trasgressivi, a volte violenti; il suo uso non è mai ricreativo, come dicono i suoi sostenitori, ma sempre distruttivo, per lo squilibrio mentale che determina nella persona, nel suo cervello, di conseguenza anche nel suo comportamento, nella sua capacità di controllo di pensieri e azioni. Si comincia con l’apatia, la depressione, le allucinazioni, a volte anche le psicosi, causate dalle canne, si arriva ai deliri di onnipotenza frutto della cocaina.”

 

L’intervento di Polito ha parlato centrato il tema della famiglia e l’educazione dei figli: “La scuola sembra aver abdicato al ruolo di formatrice culturale per diventare agenzia di collocamento, che non boccia mai. La perdita di autorevolezza, di autorità, dei punti di riferimento fondamentali nelle varie fasi di crescita sostituiti dai social e dalla pubblicità. La famiglia ha dunque un ruolo centrale nella vita degli adolescenti: i genitori tendono ad avere paura di agire, paura del conflitto, paura nel proporsi come figure educative e di esempio nei confronti dei figli, preferendo il punto di vista di tanti psicologi che trattano il dolore di vivere come una malattia da guarire, invece che come un’opportunità per evolvere.”

“Dai nostri incontri con le famiglie e dalla ripresa di vita dei ragazzi che hanno dei problemi – ha concluso Torresetti – noi notiamo che chi ha vissuto queste esperienze e riesce a riprendersi, può maturare una grande forza, che si può trasmettere anche ad altri e così, per una sorta di contagio positivo, può riprendere vita un tessuto sociale nuovo, lo possiamo chiamare un popolo che, condividendo i problemi della vita, può dare un grande contributo alla rinascita di un paese. Questa è la nostra strada”.

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