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Treia, il funerale di Don Peppe e il ricordo di Antonio Pettinari

Treia, il funerale di Don Peppe e il ricordo di Antonio Pettinari
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Pioggia di acqua e di affetto sul funerale di Don Giuseppe Branchesi, Don Peppe per tutti, ieri pomeriggio a Treia.

Prima di arrivare al cimitero della città, il feretro partito dall’ospedale di Civitanova Marche, dove Don Peppe è deceduto domenica, lentamente ha percorso le strade della sua parrocchia di Santa Maria in Selva e della zona circostante, dove la gente davanti alle proprie case  e senza infrangere le restrizioni lo ha atteso con cartelli, applausi e lacrime.

Al cimitero di Treia il vescovo monsignor Nazzareno Marconi ha benedetto la salma di fronte ai pochi parenti che hanno potuto essere presenti.

don peppe

Don Peppe è amato trasversalmente, da credenti e no, da cattolici praticanti e no, perché la sua prorompente umanità ha sempre avuto effetti benefici su chiunque abbia avuto modo di conoscerlo e frequentarlo. E’ stato motore di tante cose, come parroco, insegnante e vera guida di una comunità, inventore e organizzatore di una miriade di iniziative che vanno ben oltre i confini della sua piccola parrocchia.

Un temperamento sicuramente forgiato anche dalla sua vicinanza al cardinale Ersilio Tonini. Ora l’intensa  vita di Don Peppe è stata stroncata da Covid-19 a 81 anni, 58 dei quali da sacerdote.

Non mancheranno occasioni e volontà di onorarlo una volta passata l’emergenza sanitaria, continuando soprattutto a coltivare quanto ha seminato.

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Oggi per ricordarlo valgono le parole del presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari, grande amico e compaesano di Don Peppe, che ha scritto una sentita lettera aperta.

“La terribile notizia della scomparsa di Don Peppe si è diffusa nella nostra piccola comunità in un baleno, non appena le campane della chiesa hanno iniziato a suonare per annunciare la salita al cielo del nostro parroco.

La comunità che aveva seguito con trepidazione l’andamento della sue condizioni di salute è rimasta attonita e impaurita, sentendosi all’improvviso indifesa senza più la guida, l’assistenza, i consigli del suo parroco. Un sacerdote forte nella fede, un personaggio straordinario nella sua semplicità e bontà, ricco di vitalità e di idee, ma soprattutto di tanta umanità, sempre vicino ai malati, agli anziani e a chi aveva bisogno.

Don Peppe era convinto assertore della dignità della persona, della famiglia, della solidarietà, come pure dell’ambiente, della cultura e dello sport, nonché dei diritti della salute, dell’istruzione, dell’uguaglianza. Un sacerdote che partecipava attivamente alla vita sociale della parrocchia e anche dell’intera comunità provinciale; i suoi interessi e le sue iniziative non avevano confini, né geografici, né tematici.

Tra le tantissime azioni ci sono le missioni in America latina (Argentina e Brasile) e in Africa, il sostegno ai terremotati del sisma del ’97 con le diverse città dei polentari d’Italia, i gesti di solidarietà alle zone terremotate del 2016 quali Castelsantangelo, Muccia e altri Comuni, le collaborazione con diverse pro loco, tra cui Treia, Macerata e altre; né posso dimenticare la polenta offerta a tutti, durante la RACI negli anni in cui era organizzata dalla Provincia.

Don Peppe sapeva arrivare al cuore delle persone, chi lo conosceva ne restava colpito per la simpatia, la curiosità, l’allegria e l’esuberanza. Sapeva farsi voler bene, amava la compagnia e utilizzava ogni occasione per dare insegnamenti e messaggi non solo religiosi, ma anche sociali, culturali e ambientali.

Era un grande sostenitore delle nostre eccellenze paesaggistiche, storico, culturali e soprattutto agroalimentari; sempre al fianco delle campagne, della sua Coldiretti e delle altre associazioni in difesa e valorizzazione dei nostri prodotti tipici enogastronomici.

Don Peppe è stato un vulcano di idee e iniziative, utilizzava ogni occasione e circostanza per stare tra la gente e in particolare tra i giovani, per svolgere al meglio la propria missione di prete.

Ho avuto l’onore e il privilegio di trascorrere quarantacinque anni della mia vita con lui, è stato un dono del Signore. A noi che l’abbiamo conosciuto e amato resta il ricordo e soprattutto l’esempio. Don Peppe insieme a Giovanni e ai tanti amici ritrovati in cielo ci proteggerà da lassù.

Il mio abbraccio forte forte a Maria Pia, a Francesco, ad Anna e a tutti i familiari”.

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