Home Attualità Nelle Marche 25.000 persone fuori casa. Ceriscioli per l’uso dei container

Nelle Marche 25.000 persone fuori casa. Ceriscioli per l’uso dei container

Nelle Marche 25.000 persone fuori casa. Ceriscioli per l’uso dei container
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Nella giornata che ha portato alle 9 di mattina una scossa di magnitudo 4.8 avvertita in un ampio territorio, il quadro della situazione nelle Marche si delinea anche nei numeri.

Sono in totale oltre 25mila le persone attualmente fuori casa nelle Marche a causa del terremoto. In particolare 20766 nella provincia di Macerata, 1898 in quella di Fermo, 2247 ad Ascoli Piceno e 526 ad Ancona. Nelle strutture comunali e nei centri di prima assistenza sono stati allestiti 7mila posti letto di cui 5mila brandine. Un centinaio tra alberghi e strutture ricettive stanno accogliendo inoltre coloro che si sono spostati sulla costa dove continuano i trasferimenti.
Le zone rosse, ossia le aree interdette ai cittadini perché a rischio crolli, sono in tutto 216: 162 a Macerata, 17 a Fermo, 33 a Ascoli Piceno e 4 ad Ancona.
Sono invece 108 i Comuni marchigiani con edifici che hanno subito crolli e danni gravissimi: 50 a Macerata, 26 a Fermo, 24 ad Ascoli Piceno, 8 ad Ancona.

“Nelle Marche stimiamo circa 25mila persone sfollate – ha dichiarato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli -, tenuto conto  che i  primi giorni sono  il momento più difficile per fare questa stima perché a chi ha subito dei danni  si somma chi, giustamente,  dopo tre scosse, di cui l’ultima violentissima, ha paura e va compreso se in questa fase ha bisogno di assistenza. Già con l’impegno preso dal Governo dei 4,5 miliardi di euro andiamo avanti a lungo, perché sono cifre veramente importanti. Considerando come è andata per l’ultimo sisma, ci saranno numeri più precisi sicuramente tra diverse settimane. Il metodo funziona con il meccanismo del credito d’imposta che ci mette le risorse a disposizione man mano che vanno avanti i lavori. Era già convincente nella prima fase e lo è altrettanto adesso, con quella provvista si può andare avanti per parecchio tempo.
La soluzione dei container in un evento che si sposta di due mesi rispetto al precedente è l’unico modo per poter in un tempo rapido mantenere soprattutto nelle aree interne quella presenza che i cittadini vedono come un pezzo della loro identità. Per  me è un’ottima notizia.  E’ chiaro che significa investire risorse nel noleggio di questi container, ma valutando questo rispetto al contributo di autonoma sistemazione,  alla fine le risorse non sono cosi lontane. Quindi una bella risposta che era molto attesa dai tanti terremotati , il cui numero è aumentato con il terzo sisma. Penso che ci permetterà di affrontare con maggiore serenità e coesione con i sindaci e con le realtà locali i mesi che abbiamo di fronte, per dare risposte concrete come lo e’  la risposta abitativa vicino alla terra d’origine”.

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