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Forte, di nome e di fatto. Intervista al portiere della Maceratese

Forte, di nome e di fatto. Intervista al portiere della Maceratese
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Il pareggio all’ultimo assalto di sabato scorso all’Euganeo, che non ha prodotto scossoni in classifica ma che ha decisamente innalzato il livello di convinzione dei biancorossi, è passato attraverso due episodi determinanti: l’incornata perentoria di Palmieri su assist al bacio di Malaccari al 93’ abbondante, ma anche la parata strepitosa di Francesco Forte al 31’ della ripresa sul tiro dagli undici metri di Altinier che si era procurato la massima punizione dopo un contatto in area con Gattari. Di Palmieri abbiamo già parlato, facendogli raccontare le sue emozioni a caldo, subito dopo la sua prodezza risolutiva. Oggi è la volta della vecchia-nuova saracinesca biancorossa: Francesco Forte.

Francesco, come sei riuscito a neutralizzare la conclusione di Altinier, che avrebbe potuto porre una pietra “tombale” sul confronto dell’Euganeo?

“Ho aspettato che facesse il primo passo, speravo che me la mettesse lì e mi sono tuffato. Sono riuscito a toccare il pallone con il piede quel tanto che bastava per spedire la sfera lontana”.

Una parata che vale come un gol decisivo, che quindi merita una dedica.

“È per tutti. La squadra, lo staff, i tifosi. Non meritavamo di perdere contro il Padova e siamo stati giustamente premiati”.

Quanto pesa il pari dell’Euganeo?

“Moltissimo dal punto di vista morale perché abbiamo dimostrato di essere capaci di avere carattere e di potercela giocare con tutti”.

Alla ripresa dopo due giorni di riposo come state?

“Bene. Anche Allegretti ha svolto una parte di allenamento con la squadra. Attendiamo pure Bangoura che forse dovrà rimanere ai box qualche altro giorno, ma siamo pronti per la nuova sfida”.

Contro il pur forte Pordenone potrebbe essere la gara buona per ottenere il primo successo stagionale?

“Sarebbe pure ora – esclama Forte – perché la prima vittoria ce la stiamo meritando con una serie di prestazioni convincenti ed in crescendo. Ci vorrebbe anche un pizzico di buona sorte come a Padova”.

Riguardo al recupero con l’Albinoleffe, avresti preferito giocare la partita subito, come da calendario?

“Sì, ma questo non ci deve interessare. Noi facciamo ciò che dice la Lega, non potremmo agire diversamente. Ma penseremo all’Albinoleffe al momento opportuno. Ora siamo concentrati solo sul Pordenone. Un impegno alla volta”.

La presenza di Moscatelli ti fa da stimolo?

“Di sicuro. Jacopo è bravo e la concorrenza non può che farci migliorare. Io cerco di dare sempre tutto, sia in allenamento che in gara. Penso che la sua presenza di ottimo portiere stia già producendo frutti (chiedete ad Altinier…, ndr)”.

Come ti trovi rispetto allo scorso anno?

“Molto bene. Mi sono perfettamente integrato a Macerata, con la città, con i tifosi. Sono davvero contento che sia potuto restare”.

Il tuo idolo?

“Sono interista sfegatato e quindi dico Francesco Toldo. Chi non ricorda quell’Europeo in cui fece mirabilie e che ci è sfuggito per una questione di secondi?”.

Gli stessi secondi che hanno cambiato, stavolta in positivo, la sorte del match dell’Euganeo per la Rata. E che potrebbero essere stati il prologo di un altro tipo di campionato. Grazie anche ad un Forte… fortissimo!

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