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Don Giuseppe Branchesi, giornata in sua memoria a S. Maria in Selva

Don Giuseppe Branchesi, giornata in sua memoria a S. Maria in Selva
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“Don Giuseppe ci manchi tanto. Te ne sei andato per sempre 5 anni fa offrendoti in sacrificio alla missione di sacerdote nel tuo ininterrotto percorso di accoglienza e sostegno verso tutti, nel fine ultimo nobile di unione e pace. Non ti dimenticheremo, ma ci manchi”.

Don Giuseppe Branchesi
Angelo Brenzan, presidente dell’Associazione I Polentari d’Italia

Così Angelo Brenzan, presidente nazionale dell’associazione ‘I Polentari d’Italia’, parlando a fianco dell’altare dove poco prima un commosso vescovo Marconi, con sacerdoti della Diocesi, aveva officiato una messa solenne in memoria di Don Branchesi, il parroco di Santa Maria in Selva, deceduto a 82 anni (il primo nel Maceratese) a seguito del Covid all’ospedale di Civitanova Marche il 19 aprile 2020.

“L’avevo pregato perchè offrisse il suo apostolato all’amata Cingoli dove lui era nato. Sono ormai treiese – mi rispose – appartengo a questo territorio. Poi con una delle sue battute: poi, lo sappiamo, Cingoli è sorta su uno scoglio montuoso, ecco perchè noi cingolani siamo forse scoglio…nati!”.

Don Giuseppe Branchesi
Filippo Saltamartini, vicepresidente Regione Marche

Così a conclusione degli interventi ob memoriam il vicepresidente della Regione ed ex sindaco di Cingoli, sen. Filippo Saltamartini, ha raccontato di ‘Don Peppe’.

E’ stato un D-Day da iscrivere nella storia per la attivissima ‘frazioncina’ di Treia, ben organizzato dal Comitato parrocchiale. Al Memorial c’era non solo il capoluogo ma dall’Italia 12 delle 18 delegazioni de ‘I Polentari’ di cui don Branchesi fu co-fondatore e presidente per 12 anni. E il Mondo stesso cui Don Giuseppe guardava con spirito missionario.

In particolare la sua ultima missione: il Togo, la terra degli Ultimi, dove nella capitale Lomè pure con i proventi di una pubblicazione a lui dedicata (‘Grazie Fratello’ curata da Maurizio Verdenelli, edizioni Marco Ilari) c’è da 4 anni la Biblioteca ‘Don Giuseppe Branchesi’.

Don Giuseppe Branchesi

In questa generosa prospettiva è stata fatta una raccolta in denaro a favore del centro missionario francescano del Togo da parte dei fedeli alla messa concelebrata dal vescovo.

Circa 300 i presenti alla D-Day ieri, concluso con l’inaugurazione del ‘monumentino’, benedetto dal vescovo, con i simboli di Don Branchesi: il mappamondo e la Madre di Dio, l’albero d’Ulivo di San Francesco.

Don Giuseppe Branchesi
Mariapia Branchesi con il sindaco di Treia Franco Capponi e il vescovo Nazzareno Marconi

Tuttavia ancor prima, il sequel di testimonianze su un parroco la cui mancanza non si è attenuata dalla sua scomparsa – distribuito un segnalibro con le ultime parole scritte in ospedale –.

In memoria di Don Peppe sono intervenuti, con Saltamartini e Brenzan, Gabriele Soldini (Comitato parrocchiale), Franco Capponi (sindaco di Treia), Francesco Fucili (Coldiretti, di cui Don Peppe fu assistente regionale), Mario Baroni (sindaco di Muccia nel cui comune Don Peppe consacrò la Chiesa ‘del sisma’), un esponente dei Corsi di Cristianità, Mariapia Branchesi e il figlio Francesco Soldini, sorella e nipote primogenito del sacerdote.

Don Giuseppe Branchesi
Il comitato parrocchiale

Alla Giornata, con l’ex deputato Tullio Patassini, hanno partecipato il presidente di Lube Luciano Sileoni e l’ex presidente della Provincia Tonino Pettinari, amici fraterni di don Peppe.

Intanto all’orizzonte si profila un’altra iniziativa: la scultura che possa tramandare l’immagine di quest’uomo davvero straordinario.

“Noi siamo pronti” dicono al Comitato. E Gianni Savi che ha donato l’ulivo francescano a mons. Marconi e alla folla radunata ha rivelato: “Questa pianta nota come ‘di San Francesco’, santo al quale don Peppe era devoto, non offre di norma frutti. Ad eccezione di questo, che ha fruttificato con abbondanza! Olive belle, grandi, segno di speranza. Grazie Fratello!”.

Maurizio Verdenelli

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