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Stop alla “cannabis light”, a Macerata chiusi due negozi

Stop alla “cannabis light”, a Macerata chiusi due negozi
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Macerata ancora una volta al centro della cronaca, con rilievo in tutti i principali telegiornali. E’ la prima città italiana in cui vengono chiusi i “Grow Shop”, i negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis e tra questi anche infiorescenze, resine e olii estratti dalla stessa pianta, commercializzati e pubblicizzati come sostanze lecite e di libero acquisto. In tutta la penisola, in poco tempo, di questi negozi ne sono nati circa 650 dopo una legge del 2016 che consente la coltivazione della canapa con un limitato principio attivo.

Il Questore Antonio Pignataro e la Squadra Mobile di Macerata hanno invece ritenuto di vederci chiaro, attivando una serie di riscontri investigativi che si sono rivelati positivi. Si è voluto verificare l’eventuale pericolosità delle sostanze pubblicizzate e vendute, con particolare riferimento alla cannabis light. Proprio oggi, inoltre, su questo si è pronunciato il Consiglio Superiore di Sanità raccomandando che non ne sia consentita la libera vendita.

L’attenzione è stata rivolta a due esercizi commerciali presenti a Macerata, di cui uno a Piediripa e l’altro in pieno centro storico (un altro negozio della stessa catena è ad Ancona), in possesso di autorizzazioni amministrative al commercio di prodotti per vivai e derivati, non alimentari, dalla lavorazione della “Cannabis Sativa L”.

Sono anche stati predisposti servizi di osservazione finalizzati al monitoraggio della clientela e la continua attività investigativa ha permesso di procedere al controllo di alcuni giovani che avevano appena acquistato prodotti.

Le sostanze sequestrate, sottoposte ad analisi dalla Polizia Scientifica della Questura, risultavano essere veri e propri stupefacenti. I giovani acquirenti erano clienti abituali dei negozi e in alcuni casi, addirittura, esisteva una lista di attesa per l’acquisto di piantine di marijuana da poter acquistare e coltivare direttamente a casa loro, proprio perchè vendute con certificato attestante il basso contenuto di THC.

Pertanto, l’attività commerciale si configurava di fatto come un’attività di spaccio ed è stata quindi redatta una dettagliata informativa all’Autorità Giudiziaria per l’emissione di eventuali provvedimenti. La procura della Repubblica di Macerata ha ulteriormente approfondito gli accertamenti sulle sostanze sequestrate in merito alla percentuale di THC presente e agli eventuali effetti dannosi sulla salute degli assuntori. L’Istituto di Medicina Legale e Tossicologia Forense della locale Università degli Studi ha suffragato i risultati degli accertamenti tecnici eseguiti dal Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, confermando che la marijuana aveva un principio attivo addirittura di 0,60 %, idoneo pertanto a procurare effetti droganti con danni alla salute fisica e psichica dei giovanissimi clienti.

Conseguentemente è scattato il decreto di sequestro delle sostanze stupefacenti presenti nei rispettivi esercizi commerciali, nonché di perquisizione degli stessi esercizi commerciali, dei domicili del titolare e dei dipendenti con la funzione di addetti alla vendita. Gli agenti della Polizia di Stato, guidati dalla dirigente della Squadra Mobile Maria Raffaella Abbate, hanno dato seguito ai provvedimenti svolgendo le perquisizioni e sequestrando 807 confezioni di prodotti con marijuana e altra merce che dovrà essere sottoposta ad analisi per stabilirne l’esatta natura.

In una conferenza stampa tenuta dopo l’operazione, il questore Antonio Pignataro ha sottolineato la gravità del fatto e la pericolosità dell’illusoria legalità della “cannabis light” pubblicizzata come non dannosa. In realtà, si tratta di sostanze capaci di creare dipendenza soprattutto nelle giovani generazioni, che si distinguono per la loro particolare vulnerabilità.

L’inganno è ancora più evidente in quanto le sostanze venivano vendute come “terriccio” o “prodotto tecnico per ricerca e collezionismo”, questo si desume dagli scontrini di acquisto e dalle etichette esplicative poste su ogni confezione dei prodotti.

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