Montefano, due serate con Ophis Festival al Teatro La Rondinella
Venerdì 30 e sabato 31 maggio il Teatro La Rondinella di Montefano ospita la prima edizione di Ophis Festival, narrazioni Sonore di Profondità.
Con questi appuntamenti il Teatro La Rondinella di Montefano chiude la sua stagione teatrale pre-estiva, celebrando i venti anni dell’Associazione Culturale La Rondinella con due eventi di grande rilevanza, aperti alla ricerca musicale e alle nuove frontiere artistiche.
Si promette un’esperienza coinvolgente e stimolante per gli spettatori, al termine di un cartellone di grande successo che culmina con questo festival curato dal direttore artistico Marco Bragaglia, con la consulenza dell’artista Serena Abrami.
Ophis deriva dal greco “ὄφις”, che significa serpente. L’immagine scelta come logo è quella dell’uroboro, il serpente che si morde la coda (οὐροβόρος / οὐρηβόρος), un simbolo antico e universale che rappresenta la ciclicità della vita, il continuo processo di distruzione e rigenerazione, l’energia che si consuma e si rinnova incessantemente.
Questo simbolo incarna perfettamente la filosofia del festival, che si concentra sulla ricerca di nuove forme espressive, sulla capacità di rinnovare i linguaggi e dare nuova vita alle forme, proprio come il serpente che cambia pelle.
Il programma prevede venerdì 30, ore 21.30, un doppio spettacolo. Inizia “Ascensione/Come l’ombra si fa luce” di e con Tiziana Ciamberlini, che porta in scena tamburi sciamanici, tamburi oceanici, rav drum, harmonium, campane tibetane, campane di cristallo.
Tiziana Ciamberlini nasce a Recanati nel 1984. Cantante e ricercatrice spirituale. Inizia la sua attività professionale tra musical e teatro, frontwoman di gruppi rock e pop. Negli ultimi anni la sua ricerca la porta a spaziare dallo sciamanesimo alla spiritualità indiana. Viaggia in India, scopre lo yoga, la musica carnatica ed i canti devozionali tradizionali. Esplora il suono come via di connessione col divino e con ciò che si cela oltre il visibile.
Nella serata segue “La Macàrena/Concerti per voci” di e con Valentina Sciurti. La macàra è un poema sonoro scritto e interpretato dalla stessa performer.
Il lavoro è ispirato alla Macàra del Salento, figura femminile dell’immaginario antico capace di potenti atti magici. Tramite la voce poetica si manifestano immagini, mitologemi, posture e parole chiave legate alla primordialità e alla natura e, attraverso il vettore performativo, che si contamina di letanie e canti in glossolalia, l’inchiostro passa dal corpo della carta-segno a quello del suono. La composizione, in lingua madre, genera un ritmo presente di per sé nella lingua e si presta a divenire strumento di creazione di brani musicali, canti in lingue segrete.
Valentina Sciurti è performer, autrice e regista, cofondatrice della compagnia teatrale Therasia Teatro di Lecce. La sua ricerca indaga il suono e la vocalità a partire dal movimento coreografico e dallo spazio architettonico. Collabora con la cantautrice e musicista Serena Abrami con la quale cura il laboratorio “Suonare lo Spazio – coreografie di corpi e voci per un’architettura del vuoto”.
Sabato 31, ore 21.30, al Teatro La Rondinella di Montefano sarà la volta di “Blizko/БЛИЗКО” di e con Caterina Trucchia e Manuel Coccia.
Una ricerca vocale e sonora che parte dal racconto “la bambola russa” (da le cronache fantastiche di Dino Buzzati) realizzato in una possibile versione contemporanea del melologo e della sua integrazione con forme stratificate di soundscaping.
Caterina Trucchia e Manuel Coccia, performer(s), autori, docenti, produttori e ideatori di sonorizzazioni, performance (teatrali, site-specific), reading e live-set. Negli anni hanno cercato di far confluire forme e formazioni differenti in una ricerca che si concentra sul “racconto” realizzato in una possibile versione contemporanea del melologo e della sua integrazione con differenti forme di soundscaping, ponendo il suono (e la musica) al pari della parola come parte integrante di ogni loro drammaturgia.
Seconda parte, “Partitura di stagione/Concerto per M. Sabet (primo studio)” di e con Serena Abrami (voce, basso, loop), Enrico Vitali (chitarra elettrica, tessiture sonore), Giuseppe Franchellucci (violoncello, tessiture sonore.
Un concerto poetico dove le voci si intrecciano tra improvvisazioni sonore, composizioni inedite, canti iraniani e versi tratti da alcune poesie (tradotte da Francesco Occhetto) di Mahvash Sabet, che dalle mura del carcere di Evin di Teheran, affronta temi universali come l’amore, il riscatto, la pace.
Una personale dedica a tutti quegli artisti, ricercatori e pensatori ridotti al silenzio dai regimi dittatoriali e un omaggio alla poesia come atto di libertà, più forte di qualsiasi strategia politica.
Serena Abrami, Enrico Vitali e Giuseppe Franchellucci condividono il palco intrecciando le loro esperienze in “Partitura di stagioni”, una tessitura sonora originale selezionata al prossimo Festival di Segesta. Con attività musicale ventennale alle spalle, ciascuno si è avvicinato al teatro seguendo percorsi differenti.
Info: www.facebook.com/teatrolarondinella, 338 48 73 545 (WhatsApp).
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