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Macerata, l’Aida 1921 allo Sferisterio nelle foto di Alfonso Balelli

Macerata, l’Aida 1921 allo Sferisterio nelle foto di Alfonso Balelli
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L’Aida del 1921, la prima stagione lirica allo Sferisterio di Macerata, nelle preziose foto di Alfonso Balelli in mostra alla Galleria dell’Accademia di Belle Arti (Gaba.Mc), Palazzo Galeotti in piazza Vittorio Veneto.

L’inaugurazione è per venerdì 2 luglio alle ore 18, poi la mostra sarà visibile fino al 31 agosto, dal martedì al sabato, dalle ore 17 alle ore 20.

La stagione del Centenario della lirica allo Sferisterio non poteva che essere caratterizzata dalla sua protagonista principale, Aida, in cartellone nel MOF 2021.

L’opera portata in Arena nel 1921 dalla volontà del conte Pier Alberto Conti e interpretata dal soprano Francisca Solari, è stata immortalata dagli scatti di Alfonso Balelli.

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Quelle immagini sono divenute testimoni della prima messa in scena, raccolte dapprima in un volume realizzato dal Centro studi “Carlo Balelli” e ora ancor più apprezzabili nella mostra “Aida 1921. La prima stagione lirica allo Sferisterio di Macerata nelle foto Balelli”.

Il Centro Studi “Carlo Balelli”, presieduto da Emanuela Balelli,  è l’Istituzione deputata alla tutela della memoria storica e culturale di quanto prodotto dall’importante dinastia di fotografi.

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Emanuela Balelli

«Le splendide immagini realizzate da Alfonso Balelli, nell’estate del 1921, in occasione della prima Aida allo Sferisterio testimoniano diversi aspetti di quel grandioso evento – spiega Emanuela Balelli –, dalla costruzione del palcoscenico all’allestimento delle scenografie, dalle rappresentazioni ai momenti di svago delle compagnie dei cantanti. Ma il ritrovamento delle belle immagini, raffiguranti il cast in costume di scena, sulle quali ogni cantante ha voluto apporre una dedica ‘al bravo e valente fotografo’, costituiscono un prezioso e raro documento. Nella stagione lirica del ’21, Alfonso Balelli aveva avuto un ruolo importante anche quale membro del Comitato creato dalla Società Cittadina dei pubblici divertimenti e, in quel periodo, il suo Studio Fotografico figurava tra i più forniti e rinomati. Elegante e raffinato ritrattista, ci restituisce con i suoi scatti non solo le atmosfere, il fermento dei preparativi, la bellezza dei costumi, ma soprattutto ci rende partecipi di quel profondo rapporto tra teatro e fotografia, tra realtà e finzione, tra il fotografo e l’artista che viene ritratto».

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