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La fiaba del musulmano Makki e gli studenti del San Giuseppe

La fiaba del musulmano Makki e gli studenti del San Giuseppe
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E’ stato presentato all’istituto “San Giuseppe” di Macerata “Il frutto del Paradiso”, l’ultimo libro di  Abdulghani Makki, medico dentista, musulmano, nato ad Aleppo e residente nelle Marche da tantissimi anni.

Un’iniziativa molto interessante per la scuola media, sia per i docenti che per gli studenti, che hanno ascoltato la storia di questo nonno appassionato di fiabe.

Makki è sposato con un italiana, la signora Nadia, da quaranta  anni, cattolica, e da sempre si sono rispettati e compresi. Da quando è nonno ha scoperto di avere una bellissima passione: scrivere delle fiabe per le sue nipotine che raccontassero la sua infanzia nella Siria che lui ricorda, paese di pace e cultura profonda.

“Il frutto del Paradiso” narra la storia di un nonno e della sua nipotina guidati dal melograno, frutto del paradiso, citato nel Corano e nella Torah e nella religione cristiana, scritta in arabo ed italiano e arricchita da bellissime illustrazioni. Il libro è stato prima letto da Mariangela Sgrò, insegnante delle elementari, e poi, in arabo, da una bambina  iraniana, ospite proprio in questi giorni di una ragazza che frequenta la prima media. La storia ha affascinato i bambini che, curiosi ed interessati, hanno poi posto molte domande al medico siriano.

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Suor Valeriana, insegnante di religione, ha spiegato che “tutti abbiamo uno stesso Dio, che è luce, sapienza, arte e tutti siamo uniti, musulmani e cristiani, da radici comuni che dovrebbero unirci piuttosto che dividerci e dobbiamo imparare che l’altro non è il nemico dal quale doverci difendere ma il fratello che possiamo raggiungere, che l’unico modo di possedere è donare e condividere come spesso fanno i bambini meno fortunati che vivono in situazioni di difficoltà”.

Makki con passione e amore ha sapientemente spiegato ai bambini come la cultura sia uno strumento per creare ponti tra i popoli e le religioni, quanto sia importante conoscere bene la proprie tradizioni, ma come allo stesso tempo si debba essere curiosi verso le altre lingue e culture, viaggiare e scoprire che l’altro non è poi così diverso da noi.

Un messaggio di pace e speranza per le nuove generazioni, di rispetto e condivisione nella consapevolezza di quanto siamo fortunati e di come dobbiamo essere riconoscenti e vivere profondamente e consapevolmente la nostra vita in pace e condivisione con l’altro.

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