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“Giornata delle Marche” a Pesaro tra bilanci e prospettive

“Giornata delle Marche” a Pesaro tra bilanci e prospettive
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Al Teatro Rossini di Pesaro, musica, parole e testimonianze hanno celebrato la XV Giornata delle Marche, istituita con legge regionale nel 2005 per festeggiare l’orgoglio marchigiano il 10 dicembre di ogni anno, in occasione della ricorrenza della Madonna di Loreto.

Una data, proposta allora dalle 42 associazioni di emigrati in Argentina, simbolica non solo per i marchigiani. È il giorno in cui le Nazioni Unite festeggiano la Giornata mondiale dei diritti umani. La celebrazione delle Marche è iniziata con questo forte richiamo, ricordando Liliana Segre, senatrice a vita, superstite dell’Olocausto e testimone attiva della Shoah italiana. Profondo è il suo legame con Pesaro, città dalla quale ricevette la sua prima cittadinanza onoraria (sindaco era Luca Ceriscioli).

L’attuale primo cittadino Matteo Ricci, in un simbolico collegamento con quanto avveniva nella città natale di Gioachino Rossini, era a Milano, insieme ad altri 600 sindaci marchigiani e italiani, a marciare contro l’odio, in solidarietà con la senatrice Segre, ancora oggetto di campagne d’odio insensate e immotivate.

L’appuntamento pesarese cade quasi alla fine della X Legislatura regionale, quindi è stata occasione nei vari interventi di bilanci ma anche di ragionamenti su prospettive e futuro.

Condotto dal giornalista Rai Marco Frittella e da Lucia Santini, il pomeriggio al Rossini è iniziato con i saluti del vicesindaco di Pesaro Daniele Vimini e l’intervento del presidente delle sessantatré Associazioni dei marchigiani all’estero Franco Nicoletti (Lussemburgo). Sono oltre un milione e mezzo, tanti quanti i residenti, i marchigiani che vivono sparsi nel mondo, sostenuti da una legge regionale e riuniti attraverso una Consulta che ne coordina le attività.

Ilvo Diamanti (sociologo, politologo, saggista e docente universitario alla “Carlo Bo” di Urbino), ha presentato la relazione introduttiva sul tema della Giornata, “Le Marche… domani”, incentrata sulla ricostruzione dei cambiamenti sociali ed economici che hanno contraddistinto gli ultimi anni.

“Le Marche sono state l’emblema dell’Italia di mezzo, non il centro Italia ma l’Italia centrale perché in sé hanno riassunto tutte le connotazioni politiche, sociali ed economiche del Paese – ha detto Diamanti –. Erano l’emblema dell’impresa piccola, non della piccola impresa, ma di un modello famigliare di fare impresa rimanendo sul territorio. Erano un’Italia di mezzo perché riassumevano le due Italia allora esistenti: quella del nord est e l’altra Italia. Erano un po’ bianche, un po’ rosse, erano l’esempio di un’Italia in pieno sviluppo”.

Poi scopriamo, negli anni successivi, Marche diverse: “Da Italia di mezzo a una regione in mezzo all’Italia – ha proseguito Diamanti –. Da una realtà che si distingueva dal resto del Paese perché guardava al futuro, diventano lo specchio dell’Italia, rappresentano la media nazionale e cresce la sfiducia verso lo Stato e le istituzioni”.

“Oggi ci troviamo di fronte a una realtà regionale che non si distingue più dal quadro nazionale – ha concluso il relatore –. È una regione che soffre il declino, a partire dal quello demografico, non compensato neanche dall’apporto degli stranieri che si sono adeguati, quelli di seconda generazione, ai nostri stili di vita. Come il Paese, non sono attrattive, rappresentano un modello di Italia non in crescita. Restano, però, una regione esemplare, il centro del centro, dove puoi misurare tutto e puoi decidere il tuo futuro perché ciascuno resta ancora un protagonista del cambiamento”.

Ilvo Diamanti

Preceduto dalla proiezione del filmato “Un anno di Marche” – con i fatti principali del 2019, curato da Claudio Sargenti (già giornalista di Rai Marche) e prodotto dalla società Nonsolovideo di Ancona – il presidente Luca Ceriscioli è stato intervistato sui temi di maggiore attualità e prospettiva politica.

La manifestazione è poi proseguita con il conferimento delle tradizionali onorificenze assegnate il 10 dicembre. Il Picchio d’Oro è andato al tenore Andrea Bocelli per la dedizione alla rinascita delle zone terremotate marchigiane. Impegnato a livello internazionale, è stato ritirato da Laura Biancalani (direttore generale della Fondazione Andrea Bocelli), sul palco insieme a Ceriscioli, al presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo e al vice presidente del Consiglio, Claudio Renato Minardi (presidente della Commissione per il conferimento del Picchio d’Oro).

I premi speciali sono stati assegnati alle ricorrenze di due fondazioni: a Gianfranco Mariotti (ideatore e presidente onorario Rof) e Valter Scavolini (imprenditore e componente dell’assemblea enti promotori Rof) per i 40 anni del Rossini Opera Festival. A Marco Morbidelli (capo risorse umane) per i 100 anni dell’Azienda farmaceutica Angelini (fondata ad Ancona nel 1919, oggi realtà industriale consolidata nei settori farmaceutico e della cura della persona, eccellenza italiana, con seimila dipendenti).

Giuseppe Ottaviani

Una medaglia d’oro è stata quindi conferita a Giuseppe Ottaviani, 103 anni, pluricampione di atletica leggera master: pratica undici specialità (unico centenario al mondo nel salto triplo) ed è commendatore della Repubblica per alti meriti sportivi. Successivamente 22 operatori turistici marchigiani, tra i più rappresentativi, sono stati chiamati sul palco per ricevere il “Best in Travel 2020 di Lonely Planet”: la “Bibbia” mondiale delle guide turistiche, riconoscimento concesso alle Marche e condiviso con gli operatori di categoria.

La manifestazione è terminata con un “Omaggio a Rossini”, curato dal Rof e dagli allievi dell’Accademia rossiniana “Alberto Zedda”, quasi a conclusione delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte del grande compositore. Calato il sipario su Pesaro, è stato dato l’annuncio che la XVI edizione della Giornata delle Marche si terrà il 10 dicembre 2020 a Loreto, nella ricorrenza del Centenario della proclamazione della Vergine Lauretana a protettrice dell’Aeronautica.

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