Sull’assalto in A14 a due furgoni portavalori, lunedì sera nel tratto tra Loreto-Porto Recanati e Civitanova Marche all’altezza di Porto Recanati, le evoluzioni delle indagini sono state spiegate nel corso di una conferenza stampa al Comando Carabinieri di Macerata.
Il comandante provinciale colonnello Raffaele Ruocco ha illustrato gli elementi emersi finora dall’inchiesta in corso.
Alla conferenza stampa erano presenti anche il procuratore capo di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone e il comandante della Compagnia di Civitanova Marche capitano Angelo Chiantese.

Il colonnello Ruocco ha dato la notizia che durante i controlli dopo il fatto sono state ritrovate due motociclette caricate su un furgone e già pronte per la fuga, insieme a una cesoia da usare per aprire un varco nella recinzione dell’autostrada.
Tutto era pronto quindi per allontanarsi dopo assalto con fucili semiautomatici, esplosivo e chiodi a quattro punte, al portavalori e al furgone scorta avvenuto ieri verso le 17.30.
La banda aveva bloccato i due furgoni con tre auto e sparando alle gomme, poi ha tentato di aprirli usando esplosivi e mezzi meccanici. Non riuscendo a impossessarsi del denaro trasportato (tre milioni di euro), anche per la reazione del personale di scorta, sono scappati a mani vuote.
Per spianare la loro fuga, hanno incendiato delle auto e sparato alle gomme di un’autocisterna che si è intraversata sbarrando l’A14. Per fortuna non sono stati coinvolti gli automobilisti in transito.
Il tratto autostradale tra Loreto Porto Recanati e Civitanova Marche è rimasto poi chiuso per ore in entrambi i sensi, provocando diversi chilometri di auto in coda. Il traffico è tornato pienamente regolare in entrambi i sensi di marcia solo alle 9 di martedì mattina.
I carabinieri, subito impegnati in zona nell’immediatezza del fatto, hanno intercettato il furgone con a bordo due dei criminali, le due moto pronte all’uso dopo l’assalto, chiodi a quattro punte, ricetrasmittenti e un disturbatore di frequenze.
Almeno sette i componenti della banda, suddivisa in due gruppi, di cui cinque per realizzare l’assalto ai portavalori, gli altri due per favorire la fuga.
Il pronto intervento dei militari e il blocco del furgone hanno fatto saltare i piani dei banditi, senza riuscire nei loro intenti.
“Vedendo i lampeggianti dei carabinieri – ha riferito il comandante Ruocco – i banditi sono stati costretti ad abbandonare la fuga pianificata e a improvvisare una via di scampo, scendendo dall’autostrada e disperdendosi nelle campagne”.
Nella fuga, i criminali hanno abbandonato tute, passamontagna, giubbotti antiproiettile. In un vicino vivaio di Porto Potenza Picena è stato lasciato un complice ferito a una gamba. Nello stesso posto gli altri quattro banditi hanno rubato un furgone della ditta del vivaio con cui si sono dileguati.
In definitiva, sono tre le persone fermate, il ferito è stato portato all’ospedale di Torrette ad Ancona.
Le indagini proseguono serrate per rintracciare il resto della della banda, che dai fermati sarebbero provenienti da Cerignola, in provincia di Foggia.
Il furgone dei malviventi intercettato è risultato con targa regolare, almeno in apparenza, ma il telaio è stato rubato due anni fa in Lombardia.
“L’azione era organizzata nei minimi dettagli – ha concluso il colonnello Ruocco – ma l’intervento tempestivo dei nostri militari ha impedito che l’assalto andasse a segno”.
Le indagini in corso sono coordinate dalla Procura di Macerata.
“Se la rapina fosse andata a segno – ha detto il procuratore capo di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone – parleremmo di un fatto di eccezionale gravità anche sotto il profilo patrimoniale, perché il bottino avrebbe fruttato circa 3 milioni di euro”.
“Questi primi risultati – ha sottolineato Narbone – sono stati possibili grazie all’immediatezza dell’intervento dei carabinieri, che sono arrivati sul posto mentre l’assalto era ancora in corso. Non ci sono stati feriti tra le guardie giurate, i militari e gli automobilisti, anche se la circolazione è rimasta bloccata per ore”.
Le indagini proseguono a 360 gradi, ribadisce il procuratore, per identificare tutti i responsabili del tentativo di rapina, per i quali la Procura non esclude possano essere più di sette.
Il comandante dei carabinieri di Civitanova Angelo Chiantese ha ricostruito i fatti: “Attraverso alcune segnalazioni siamo giunti in una stradina di campagna adiacente a un accesso secondario collegato alla sede autostradale. Sul posto abbiamo rinvenuto jl furgone predisposto per la fuga. Erano circa le 17.20 e abbiamo immediatamente innalzato lo stato di allerta”.
“Nel frattempo, sulla sede autostradale, il fatto era in corso – ha proseguito Chiantese -. I malviventi hanno affiancato in corsa i furgoni portavalori della Mondialpol, aprendo il fuoco confucili d’assalto Kalashnikov e lanciando chiodi sulla carreggiata, riuscendo così a bloccare i mezzi. Hanno tentato più volte di aprirli, ma senza successo, come confermato dai sistemi di sicurezza dei blindati, intorno alle 17.45. Non riuscendo nel loro intento, si sono dati alla fuga, abbandonando anche un veicolo, una Maserati, e uscendo dall’autostrada, verosimilmente perché uno dei componenti della banda era rimasto ferito”.
“Durante la fuga, udendo l’arrivo delle sirene dei carabinieri, hanno dato fuoco ai veicoli per poi abbandonarli – ha spiegato il comandante della Compagnia di Civitanova Marche -. Hanno quindi tentato di impossessarsi di altre auto e si sono diretti verso un vivaio, dove – mentre il ferito veniva soccorso dal vivaista, altri tre complici hanno rubato il furgone dello stesso vivaista, trovando le chiavi all’interno. Il ferimento del malvivente sarebbe riconducibile a un colpo esploso da una delle guardie giurate di scorta ai furgoni”.
Tre persone, tutte di origine pugliese e con precedenti penali, si trovano attualmente in stato di fermo. Due predisponevano la fuga, il 43enne Savino Pugliese e il 51enne Giuseppe Rubbio. Il terzo è il ferito, il 56enne Savino Costantino, coinvolto direttamente nel tentato assalto.
Grazie alla collaborazione con la Polizia di Stato, le indagini proseguono per l’identificazione degli altri membri della banda. Secondo le ricostruzioni, il colpo è stato portato avanti da almeno sette persone.
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